mercoledì 4 febbraio 2009
Il Periplus Maris Erythraei
Fabio Calì questa volta vi porta in giro per i mari. La sua (e la vostra) sarà una fuga dal mondo della corruzione e del qualunquismo, via da ogni legame con la vita truffatrice e colpevole.
Una fonte assai importante per conoscere le rotte marittime, durante il periodio tardo-imperiale romano, dal Vicino all'Estremo Oriente è il cosiddetto Periplus Maris Erythraei, un'opera anonima assai affascinante, forse scritta fra il 40 ed il 70 d. C. e conservata in un unico manoscritto nell'Università di Heidelberg.
Per i Greci ed i Romani il Mare Eritreo indicava lo spazio marittimo che si estendeva fra l'Africa e l'India: questo mare possedeva due golfi, il sinus arabicus, ovvero il Mar Rosso, ed il sinus persicus, il Golfo Arabo-Persico. Il Periplo (lett. "circumnavigazione" ) è dunque la descrizione in greco di un lungo viaggio per mare, dal Mar Rosso fino all'India, un buon manuale di navigazione e di commercio, utile ai mercanti, redatto da un testimone oculare.
Il viaggio partiva dal porto di Myos Hormos (l'attuale el Quseir in Egitto) sul Mar Rosso e, dopo diverse tappe, giungeva allo stretto di Bab el Mandeb (nello Yemen): qui si poteva scegliere la rotta che toccava i porti indiani dopo una lunga navigazione costiera, e quella che conduceva all'India sfruttando i monsoni, con una navigazione d'altura. Quest'ultima, oltre ad abbreviare i tempi del viaggio, consentiva di evitare sia i pirati che costituivano il pericolo maggiore dei percorsi marittimi, sia gli inospitali e difficili approdi dell'Arabia meridionale.
Il testo del Periplo fotnisce puntuali annotazioni sullo svolgimento e le tappe del traffico commerciale marittimo, indicazioni precise sui prodotti di scambio nei diversi porti e rimane la fonte primaria per stabilire il ruolo che i porti arabici hanno svolto nello sviluppo economico della regione durante il I secolo d. C. .
Da Calì che si va a fare un Periplo, è tutto.
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