venerdì 20 febbraio 2009

I Neotemplari, cavalieri scissi


Ormai parlare di loro è come prendere in causa vecchi amici e parenti lontani. Ma quanto ne sappiamo in realtà sulle vicende e sul mistero dei Cavalieri del Tempio? In realtà poco, molto poco, sopratutto se consideriamo che il proliferare di organizzazioni formatesi per recuperare lo spirito dell'antica regola e tradizione cavalleresca, non ha fatto altro che confondere ulteriormente le idee a chi conosce a malapena l'argomento. Si parla dunque di Neotemplarismo come un fenomeno di grande attualità che lievita di giorno in giorno: pensate che solo nel nostro paese è possibile contare più di dieci ordini diversi d'ispirazione templare, ovviamente ognuno con le proprie irremovibili rivendicazioni di continuità ed eredità. Parlando di successione però, va precisato un dato: nonostante alcuni gruppi possiedano documenti e atti che attestano e dimostrano una stretta parentela almeno dal lontano 1700, nessuno di questi ordini può e deve essere fatto risalire direttamente alla cosiddetta "Militia Christi" del XII secolo. Dopo la Seconda Guerra Mondiale e ad alcune azioni che tuttora provocano accese contestazioni, il Neotemplarismo si è scisso in due grandi correnti principali denominate O.S.M.T.H. e O.S.M.T.J. A distinguerli non è solo la lettera finale del nome che li definisce, ma la differente interpretazione e rappresentazione del Templarismo ufficiale. Il primo gruppo ha scelto praticamente fin da subito una linea più secolare, cercando di ottenere riconoscimenti dalla politica internazionale con il risultato di un'ampia diffusione in numerosi Paesi e addirittura l'ottenimento di un seggio ONU come organo non governativo. La seconda corrente, al contrario, ha subito stabilito di voler seguire un cammino più mistico e spirituale, ma i suoi continui tentativi di riabilitare la Chiesa ne ha maggiormente limitato lo sviluppo e l'espansione. Pensando al numero di aderenti e alla tipologia di attività svolte, è da tenere in considerazione che la principale derivazione dell'O.S.M.T.J. attualmente esistente è quella Svizzero-Italiana di "obbedienza Pasleau", un'organizzazione strettamente gerarchizzata al cui vertice troneggia un Reggente che, saggiamente, ha evitato l'autoproclamazione a Gran Maestro, di fatto preservando la Luogotenenenza. Questo è certamente un dato a suo favore poiché al contrario, in altri gruppi, il Reggente è diventato Gran Maestro, piombando così irreparabilmente nel baratro della sedicenza. Senza permetterci di dubitare della buona fede dei gruppi presi in esame, tra l'altro operanti nella più totale legalità e dedite non solo ad apprezzabili opere di carità e beneficenza, ma anche a rilevanti occasioni d'incontro per gli appassionati della materia, c'è però da sottolineare l'evidente ostilità tra le svariate derivazioni. Pochi hanno realmente compreso che una maggiore credibilità da parte di istituzioni religiose e politiche potrà essere ottenuta soltanto attraverso la riunificazione in un'unica, solida e stabile realtà templare. L'impresa impossibile nasce, in realtà, dalla concreta difficoltà nel far scendere dal piedistallo le decine di capi-gruppo che si sono autoproclamati Maestri e Priori: come potrebbero pubblicamente mostrare e mettere in discussione il proprio reale ed umanissimo grado? Come spiegare agli altri componenti della fronda che quella presieduta è l'ennesima nuova religione, secondo la precisa ed attenta collocazione da parte del Cesnur, e che l'unico legame effettivo di discendenza con i Templari è la determinazione e la fermezza con cui portano avanti i loro intenti? Dan Brown e massoni a parte, la questione è davvero più complessa di quanto sembri e la verità, come a solito, sta nel mezzo.

A presto dal vostro Calì.

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