venerdì 31 ottobre 2008

Leonardo da Vinci, profilo di un Genio


Uomo di spirito, genio straordinario e maestro indiscusso, Leonardo da Vinci continua a far parlare di sé per i segreti che ha accuratamente seminato nella propria sterminata collezione di capolavori e per tutto ciò che, tramite indagini approfondite, ha saputo dire e predire. Ma se provassimo a guardare tutto da una prospettiva alternativa e ci chiedessimo da dove provenga la vera luce, quale sarebbe la risposta?

In altre parole, il mistero riguarda il codice che l'artista ha conosciuto e poi accuratamente occultato, o si chiama proprio Leonardo da Vinci? Personalmente credo che il profilo umano nella maggior parte dei casi parli da sé e che non possa esistere uomo senza mistero (e viceversa).
Anche per il grande Leonardo vale questa regola poiché ci troviamo di fronte ad un umanissimo re degli opposti, dell'occulto, dell'oscurità bilanciata dall'armonia di forme e dimensioni. Per comprendere a fondo la sua grandiosa capacità intellettiva non basterebbe una vita, ma per avvicinarsi all'uomo Leonardo dobbiamo prendere in considerazione l'arsenale d'opere lasciate incomplete e manchevoli piuttosto che quelle conosciute ai più, caratterizzato da tele straordinariamente conosciute e nominate in ogni angolo del globo e da prodigi scultorei di cui realmente restiamo sbalorditi.

Più che la materia plasmata, sono le idee a fare il genio, il mago dell'arte e della vera conoscenza. Perfezionista maniacale, probabilmente questo suo aspetto era l'unico che lo accomunava a Michelangelo, così diverso e ostile nei suoi confronti, pervenne presto alla concetto di perfezione del non finito, pertanto dell'infinito. La sua fu un'esistenza piuttosto serena e agiata, vissuta in un'elegante residenza bordata di ulivi e vigne sulle colline che già parlavano di armonie formali ed opposizioni compositive.
Affidato in età molto giovane ai nonni, entrò subito in simbiosi con la natura circostante e con gli animali che popolavano il suo mondo. Il Vasari lo definisce come l'uomo che liberava gli uccelli dalle gabbie per renderli felici e padroni del loro destino e che accudiva i cavalli esattamente come si alleva un figlio. Nonostante questo rapporto quasi simbiotico con gli altri viventi, non esitò per amor di scienza e conoscenza a sezionare cadaveri animali ed umani per sondare i misteri più intimi della vita come la malattia, la morte, il bìos e la struttura fisica che accoglie ogni spirito. C'è chi sottolinea aspetti psicoanalitici riguardanti la mutilazione del suo rapporto con la madre, figura misteriosa che torna in molti tratti dell'artista. Ad ogni modo, sebbene la morte del padre fosse passata quasi in sordina, quella della madre venne acolta da funerali particolarmente fastosi di cui egli stesso si occupò personalmente. Nel proprio bagaglio pare che conservasse sempre le due camicie e le tre paia di calze in tela ruvida cucitegli dalla povera madre, ma che lui non riuscì mai ad indossare, abituato ala raffinatezza delle corti. Nonostante i tanti sogni realizzati ed un'esistenza vissuta al massimo, un cruccio gli rimase.

Uno dei suoi più grandi desideri era quello di riuscire a costruire la più grande statua equestre del mondo, ma impossibile da realizzare per i limiti della strumentazione dell'epoca e delle tecniche utilizzate allora. Ne poté predisporre solo un gigantesco modello in creta che purtroppo i francesi distrussero, eletto bersaglio prediletto per le loro balestre. Anche in questo caso appare evidente l'inadeguatezza degli uomini e degli strumenti messi a disposizione della sua epoca, riflessione che torna in molti altri tratti della sua vita.
Pensiamo, per esempio, all'anonima denuncia per abuso sessuale su un suo allievo giovanetto: la presunta omosessualità del Da Vinci è tuttora avvolta da fitte nebbie che confondono idee e partoriscono maliziose supposizioni, ma nonostante molti abbiano cercato di scalfire l'immagine virtuosa del maestro, Leonardo è sopravvissuto alle intemperie del suo tempo e si presenta a noi, suoi eredi, come il più moderno fra i moderni. Un uomo ambizioso che, come ebbe a dire Merezhkovskij, "si destò troppo presto, quando era ancora buio e intorno tutti dormivano".

A presto dal vostro Calì.

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