martedì 17 febbraio 2009

Il meccanismo di Antikitera


S
alve a tutti dal vostro Calì, miei carissimi internauti affamati di archeologia e misteri.
In questo intervento tratteremo del meccanismo di Antikitera, un congegno meccanico assai avanzato trovato nelle profondità del mare, nei pressi dell'isoletta di Antikitera, poco lontana da Creta. Nel 1900 dei pescatori di spugne persero la rotta a causa di una tempesta, trovando riparo nei pressi della suddetta piccola isola e scoprendo per caso il relitto di una nave dell'epoca tardo-ellenistica (I secolo a. C.) che trasportava statue di bronzo e di marmo. Dopo aver segnalato la scoperta, e dopo un anno di operazioni, gli archeologi trovarono numerose ruote dentate, di piccole e grandi dimensioni, alcune delle quali presentavano delle iscrizioni incise sopra. Si arrivò alla conclusione, da parte di alcuni, che si trattasse di un astrolabio, da parte di altri di un planetario. Nel 1951 il professor Price si occupò dell'esame e dello studio del meccanismo, osservando attentamente gli ingranaggi arrivando finalmente, dopo ben venti anni di duro lavoro, a riassemblare le parti. Si trattava di un congegno in grado di calcolare il calendario solare e quello lunare: le varie ruote riproducevano un rapporto di 254:19, in modo da ricostruire il moto della Luna riferito al Sole, tenendo ben presente che la Luna compie 254 rivoluzioni siderali ogni 19 anni solari.

Tutto questo ci da la conferma di esperimenti fatti durante questo periodo storico, menzionati per esempio da Cicerone, il quale scrisse che il filosofo Posidonio realizzò un globo che mostrava i moti del Sole, delle stelle e dei pianeti come appaiono in cielo. Annotò inoltre Archimede aveva concepito un modello che imitava i movimenti dei corpi celesti.

Uno studio recente, svolto dal professor Wright ai raggi x, ha permesso di rimettere al suo posto e con precisione ogni singolo ingranaggio, arrivando alla conclusione che si trattava, come teorizzò Price, di un calendario solare e lunare, basato su un modello epiciclico elaborato da Ipparco, ma anche dei pianeti Mercurio e Venere, stavolta utilizzando un modello teorizzato da Apollonio di Perga.

Quello che più sconvolge, oltre al fatto che non si era a conoscenza, prima di questa scoperta, di meccanismi così antichi (avremo congegni simili solo intorno all'anno 1000), è la precisione con la quale tali ingranaggi sono stati lavorati, con una strumentazione assai meno precisa di quella attuale.

Questo getta nuova luce sulla tecnologia greca.
Alla prossima!

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