martedì 20 gennaio 2009

FABIO CALI' CERCATORE DI RICERCHE: 4 - La mega-truffa dei teschi di cristallo


Ecco ancora il vostro Fabio Calì alla ricerca di truffe varie intentate ai danni di chi vorrebbe solo la verità. Quella dei teschi di cristallo è una questione annosa, che ha conquistato e a lungo tenuto le prime pagine di tutti i giornali di archeologia.

I primi teschi di "cristallo" compaiono verso la fine dell'Ottocento: il British Museum ne ha uno sin dal 1897, tuttavia... nessuno di questi teschi proviene da scavi documentati.

Si tratta di modelli di cranio umano realizzati in cristallo di quarzo lavorato e trasparente, considerati, dai sostenitori dell'archeologia misteriosa, dei reperti precolombiani: si pensa addirittura che essi abbiano poteri curativi ma questo è ancora tutto da dimostrare.

Secondo alcuni di questi teschi si parlerebbe nelle tradizioni culturali Maya e, secondo una leggenda proprio di questo popolo, i manufatti sarebbero destinati a riunirsi per dare inizio alla nuova era fissata per il 21 dicembre 2012, ovvero la fine del Lungo Computo del calendario Maya, iniziato il 13 agosto del 3114 a. C. .

Il teschio più importante fra i tanti falsi è quello cosiddetto Mitchell-Hedges, chiamato così dal nome della scopritrice, Anna Mitchel-Hedges appunto, che lo trovò nel 1927, il giorno del suo diciassettesimo compleanno, fra le rovine Maya nei pressi di Belize, quando si trovava con il padre (appassionato di archeologia misteriosa) in vacanza presso questi luoghi.

Un test condotto più tardi dalla Hewlett-Packard ha dimostrato che la tecnica di lavorazione sarebbe compatibile con quella disponibile presso le civiltà precolombiane, anche se alcuni ipotizzano che tali manufatti siano stati lasciati sulla Terra dagli alieni o che appartengano ad una qualche civiltà estinta dotata di una tecnologia superiore alla nostra attuale.
La precisione e la limpidezza del cristallo, infatti, hanno portato a pensare che solo delle strumentazioni avanzatissime, come i laser, abbiano potuto produrre un oggetto di tale inquietante bellezza.

Pare inoltre che i possessori di questo oggetto abbiano avuto visioni spettrali, sensi acuiti e premonizioni di vario genere... sarà mai vero?

Altri studi più recenti, che Fabio Calì ha prontamente riportato alla luce, hanno dimostrato che la truffa dei teschi riguarda anche due dei tre esemplari più importanti sono dei falsi del XIX secolo, mentre il terzo teschio, quello sopra citato, non è stato mai analizzato per il rifiuto dei proprietari. Insomma, degli specchietti per le allodole rifilabili ad appassionati quanto ingenui collezionisti di anticaglie. Purtroppo, quindi, affidare le proprie speranze agli studiosi, non sembre significa metterle in banca. O almeno, non sempre significa che quella banca sia al sicuro dalle truffe.

Da Calì è tutto.

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